COP21 – La sfida che non si può perdere

“La sfida che non si può perdere”.
E’ una frase concisa, secca, che non ammette un esito diverso da quello indicato. E’ la frase che ha aperto e chiuso l’incontro che si è tenuto presso la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio giovedì 12 Novembre 2015, alla vigilia della ventunesima conferenza annuale della COP21 che avrà luogo a Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre 2015.

L’incontro è stato introdotto dalla Presidente della Camera Laura Boldrini, seguita dagli interventi di Gian Luca Galletti, Ministro dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare, Ermete Realacci, Presidente della VIII Commissione della Camera dei Deputati, Stella Bianchi, Presidente dell’Intergruppo parlamentare per il clima Globe Italia, Marco Doria, Sindaco di Genova, Catia Bastioli, Alessandra Bonoli, Professoressa Associata presso l’Università degli Studi di Bologna, Alessandro Crisci, alunno del Liceo Scientifico Amedeo Avogadro di Roma, Simone Mori, Direttore degli Affari Europei del Gruppo ENEL, Antonio Navara, Presidente del Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici, Francesca Rocchi, rappresentante della Coalizione Italiana Clima, Francesco Rutelli, Presidente della Fondazione Centro Futuro Sostenibile, Mario Tozzi, commissario straordinario del Parco Regionale dell’Appia Antica e infine Riccardo Valentini, Professore Ordinario presso l’Università degli studi della Tuscia.

Il cambiamento climatico verso il quale sta procedendo il nostro pianeta è tema ben noto a tutti, così come le cause e i disastrosi effetti prospettati per un non ormai così lontano futuro. Non è stata quindi la necessità di informare la ragione della conferenza, bensì l’esigenza di sottolineare l’urgenza di azioni concrete. L’importanza dell’imminente ventunesima conferenza annuale della Cop è dovuta al fatto che non si tratterà di un semplice appuntamento per discutere come contenere e ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera per contrastare il cambiamento climatico. Si tratta dell’ultimissima possibilità di salvare il nostro pianeta e quindi noi stessi da tragici sconvolgimenti evitabili solo per mezzo di azioni immediate, schemi precisi e regole rigorose che devono essere severamente rispettate da ogni nazione.

Le continue emissioni di gas serra derivate delle attività umane rappresentano al 95% la causa del cambiamento climatico che ha “ammalato” il nostro pianeta e ha contribuito a trascinarlo in prossimità del punto di non ritorno. Le risposte alla problematica sono state fino ad ora troppo lievi e non abbastanza serie per contrastare il drammatico scenario che si tramuterà in realtà se le nazioni responsabili non garantiranno una diminuzione dell’emissione di gas rispetto ai ritmi odierni.

Le evidenze scientifiche ritengono che per evitare danni molto gravi l’aumento della temperatura non dovrà superare la soglia dei 2°C. Ogni nazione deve dunque arrivare alla Cop determinata a non fallire e non far di Parigi l’occasione persa per affrontare e vincere questa sfida che la comunità scientifica ha presentato come unica via per sfuggire a una catastrofe naturale. Gli ambiziosi obiettivi che molti paesi, tra cui l’Italia, si sono posti devono essere perseguiti con motivazione perché è in quegli obiettivi e nelle conseguenti decisioni che si plasmerà il destino del nostro Pianeta.

 

Francesca Romana Palomba

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