DIARIO DI VIAGGIO

PRIMO GIORNO

Il 4 maggio 2015 noi ragazzi del Progetto Europa siamo arrivati a Bruxelles. Nella mattinata, dopo esserci sistemati in albergo, ci siamo incamminati verso il centro della città dove abbiamo pranzato in ristoranti locali. Successivamente ci siamo recati alla sede della Gioventù Federalista dove ci hanno accolto e ascoltato i ragazzi che si occupano del movimento in questa città. Alcuni di noi hanno esposto in inglese il progetto in generale, il manifesto degli ambasciatori dei giovani e i vari paragrafi dell’istanza. Questi ci hanno ascoltato con interesse e si sono complimentati con noi per l’impegno e lo spirito con i quali abbiamo perseguito questo lavoro. Accompagnati da uno di loro, Marco, abbiamo visitato il centro della città nei suoi punti principali come Grand Place, Parc de Bruxelles e Notre-Dame du Sablon. Infine, con una lunga camminata in allegria, abbiamo raggiunto l’albergo, cenato e riposato dopo una piena giornata.

SECONDO GIORNO

Dopo una buona colazione, il  secondo giorno ci siamo recati con il pullman alla Commissione Europea. In seguito essere stati accreditati, siamo stati cordialmente accolti e introdotti alla Commissione e fatti accomodare nella sala riunioni. La formalità del luogo e l’attenzione che ci è stata concessa, hanno contribuito a farci sentire davvero il significato del nostro ruolo: giovani che danno voce alle idee della generazione che animerà il futuro.In questa sede abbiamo presentato la stesura dell’istanza a illustri autorità, tra le quali Pier Virgilio Dastoli, Paolo Tosoratti e Roberto Santoriello. Hanno prestato attenzione ai contenuti del nostro lavoro e durante il colloquio c’è stato modo di accendere un sentito dibattito in cui hanno potuto fornirci i giusti consigli per perseguire eventuali lavori di approfondimento sulle rispettive tematiche di ogni commissione. Soddisfatti della mattinata, siamo stati invitati a fermarci a pranzo in sede.
Nel pomeriggio abbiamo visitato Bruxelles: la guida molto competente ha saputo farci vivere la città nella sua evoluzione sociale, soffermandosi soprattutto sulle sue bellezze artistiche e architettoniche. È stata interessante la percezione delle diversità culturali presenti nella popolazione; con la convivenza e lo scambio, la città diventa sempre più emblema dell’Unione Europea.Prima di rientrare in albergo abbiamo avuto l’opportunità di passare un po’ di tempo libero in centro e prendere i tipici waffles e concludere al meglio la giornata.

TERZO GIORNO

Dopo la solita corsa contro il tempo per essere puntuali all’appuntamento del mattino, siamo andati a visitare il Comitato Economico e Sociale Europeo (C.E.S.E.), organo consultivo della Commissione Europea.
Dopo una visita delle sale più importanti, ci siamo divisi in due gruppi, uno che ha visitato il quartiere europeo, centro di vita durante il giorno, l’altro ha partecipato alla presentazione di ONG.
Dopo aver pranzato al CESE abbiamo avuto l’opportunità di parlare, presentare il progetto e porre domande all’ ingegnere Cedrone, il quale ci ha gentilmente chiarito dubbi e quesiti.
Al termine dell’incontro, nella piazza li vicino, abbiamo sentito un concerto di una giovane boy band.
Dopo la cena in hotel, il solito resoconto giornaliero, ci è sta o concesso un tempo di svago, durante il quale tutti insieme siamo andati al più famoso pub di Bruxelles, il Delirium.

QUARTO GIORNO

Dopo un faticoso risveglio, una frettolosa colazione e la consegna dei bagagli, il pullman ci ha portati al Parlamento Europeo. Siamo stati accolti da Leone Rizzo che ha tenuto un’interessante presentazione riguardo la storia dell’Unione Europea e le ragioni che hanno portato alla parziale realizzazione del sogno di Spinelli. In seguito la segretaria dell’europarlamentare Tamburrano ci ha condotto nella sala che ospita le riunioni plenarie dell’Unione Europea dove ci ha esposto cosa accade in quest’ultima.
Verso le 11.00 abbiamo incontrato e interloquito con l’euromecenate Tamburrano, nonchè ex alunno dell’Avogadro, sui temi di sua competenza quali energie e cambiamenti climatici. Esaurito il tempo a disposizione per il confronto, ci siamo recati a Place Jordan per assaggiare le leggendarie patatine fritte e per pranzare. Nel primo pomeriggio la metro ci ha portato in centro dove abbiamo avuto due ore di tempo libero dedicato allo shopping e allo svago. Tornati in albergo, presi i bagagli e saliti in pullman, ci siamo diretti verso l’aeroporto non sapendo a cosa andavamo incontro… Durante il tragitto ci siamo intrattenuti con riflessioni e ringraziamenti circa il progetto. La tristezza per la consapevolezza del termine del progetto è stata interrotta da
un’inaspettata notizia: il volo di ritorno era stato cancellato. Dopo una lunga attesa in aeroporto, grazie all’impegno delle professoresse e ai tutor, siamo riusciti a trovare una sistemazione in due diversi lussuosi hotel, con tanto di piscina, sauna e biliardo, che ci hanno accolto con una deliziosa cena e ci hanno permesso un piacevole soggiorno.

QUINTO GIORNO

Ognuno ha vissuto l’imprevista permanenza in modo diverso: c’è chi con la testa al muro si è visto crollare un finesettimana di programmi, chi ha invece preso con ironia la cosa, chi ha cercato di collaborare, sebbene la situazione abbia portato chi più, chi meno, ad una situazione di profondo stress.Alla fine tutti abbiamo riconosciuto nell’inaspettata circostanza, una sorta di fortunata coincidenza: un viaggio incominciato con l’intento di portare a termine il lavoro di mesi di studio, è terminato come nessuno si sarebbe mai immaginato. La mattina del venerdì siamo riusciti a ritrovarci tutti nello stesso albergo, il Crowne Plaza. Più che un hotel, sarebbe il caso di definirlo “una reggia”; oltre alla gentilezza del personale, abbiamo tutti apprezzato la particolarità del giardino, o meglio, della riserva naturale appartenente alla struttura. Siamo riusciti a ritagliarci un momento di pausa dalla frenesia della settimana con speciali attività di birdwatching, con opportuni attimi di relax tra noi, con i tutor e accompagnatori. Nel pomeriggio abbiamo affrontato attività di revisione nei gruppi delle commissioni e la sera dopo cena, abbiamo tirato le fila di tutta l’esperienza del progetto e condiviso tutti insieme come ognuno di noi l’ha vissuta. Alle 23 ancora avevamo voglia di parlare e proporre nuove iniziative per non lasciare quello per cui abbiamo lavorato fine a sé stesso. Ci siamo presi degli impegni per far continuare il Gruppo Europa anche dopo la fine del progetto e ci siamo posti nuovi obiettivi per diffondere le importanti conoscenze che abbiamo acquisito nei mesi di studio. Nel resto della serata hanno lasciato spazio alle attività di Coaching e al torneo di Burraco.
Abbiamo sentito che c’era qualcosa di più della scuola, siamo stati un gruppo che si è costruito su un progetto e poi è andato oltre: siamo diventati amici con a cuore la questione ambientale e l’intento di sensibilizzare chi ancora non ha capito l’importanza di tutto questo. La conclusione del viaggio si è rivelata così l’inizio, o meglio, l’impulso verso qualcosa di nuovo che deve trovare il suo spazio e il tempo per affermarsi. Grazie al Progetto Europa e alle persone che ci sostengono abbiamo davvero le possibilità di diventare quel “vento nuovo” che ha alimentato tutto a partire da Ventotene fino a Bruxelles, per arrivare dopo chissà dove.